Troppe volte nella vita aveva sentito dire "bisogna avere fede!" senza arrivare mai a comprendere quella frase a cominciare dal "bisogna", verbo insopportabile dal sapore di mancanza condito con sensi di colpa e obblighi incatenati alla tradizione.
Infatti spesso erano proprio gli anziani a pronunciarla, i preti, i nonni, i saggi, e quindi ogni tanto ci provava ad avere "fede", a credere che qualcuno intervenisse se implorato a sistemare da lassù le faccende complicate della vita.
Perché naturalmente la fede richiedeva che si guardasse in alto, sopra le nuvole, ma non al sole o agli astri per non confondersi con i pagani che pure ottenevano molto chiedendo alla luna; oppure suggeriva di entrare nei templi delle varie religioni partecipando regolarmente a riti; recitare preghiere imparate a memoria da libri millenari davanti a statue e immagini che in scala ridotta si potevano tenere anche in casa sui comò, con candele e collezioni di figurine dei defunti mischiate a quelle dei santi, quasi arcani minori e maggiori di un mazzo personale di Tarocchi;
perché ognuno di quelli che l'avevano trovata, la fede, avevano trovato anche un loro modo personale e scaramantico per tenerla stretta, perché si diceva anche che facilmente si potesse perdere pur avendola trovata.
Ed era vero, perché bastava ammalarsi, che ci lasciasse prematuramente un nostro caro, che uno scandalo travolgesse la comunità religiosa e la fede scompariva e molte volte non la si ritrovava proprio più; ma era sufficiente guardare un telegiornale e osare farsi qualche domanda per perderla vedendo ingiustizie continue, crimini, bambini ogni giorno sacrificati in guerre senza senso.
Un giorno però notando un piccolo segnale nella vita di tutti i giorni, una banale sincronicità apparentemente casuale che con precisione matematica e sacra geometria aveva incasellato alcuni eventi, aveva finalmente compreso: la fede non bisogna "averla", ma può arrivare solo in Dono: soltanto in questo modo si può trovare e più difficilmente perdere: e questo dono ce lo può fare solo il Maestro che abita il nostro Cuore, che incessantemente ci sussurra preghiere nuove che non sempre riusciamo ad ascoltare: ad ogni battito e ad ogni respiro si nasce e si muore e in questo ciclo infinito, nella certezza che la vita e l'amore si rinnovano in eterno è la fede, rappresentata anche dal prezioso anello che non inizia e non finisce.
Ed è così che camminando sulla Terra si può fidarsi dell'altro, della Bellezza che comunque c'è e sapere intimamente che, qualsiasi cosa accada, l'Anima ha disegni infinitamente più immensi e luminosi di quanto possiamo immaginare o comprendere, e che il nostro compito nel mondo è soltanto quello di amare ogni singolo istante del vero miracolo di essere qui, ora.
©Silvia Bennardo 2024 (riproduzione ammessa citando l'autore)
“L’Amore rimette insieme i pezzi”
Mosaico tecnica a rovescio oro e gesso polimerico
mio contributo per la mostra “EX VOTO”- segni di memoria dopo la tempesta
25/08-03/10 2021 Fondazione Bernareggi presso Oratorio di S. Lupo, Bergamo.