Ogni anno, ma solo distogliendo lo sguardo da ciò che veniva imposto all’attenzione delle masse, si poteva notare che il velo si assottigliava sempre di più fino a rendere Reale ciò che normalmente era creduto impossibile.
Non si trattava solo di magia ma di un movimento ondoso fisiologico come quello di sistole e diastole: in quel particolare momento dell'anno il Cuore della Terra rallentava per accompagnare il mondo verso l'abbraccio del buio prima della Rinascita; in quell'attimo sospeso tra un battito e l'altro si poteva riuscire a scorgere il mondo che stava dall'altra parte, quello che da millenni era chiamato "l'altro mondo", "il mondo dei più", "l'aldilà" e così via... Di fatto era il non luogo dove abitavano tutti coloro che, avendo popolato la Terra, aspettavano di ritornare con nuove sembianze; ma chissà perché, quando si riusciva a guardare appunto al di là, in quella moltitudine si scorgevano solo i volti che si erano conosciuti e soprattutto amati; per illuminare il varco si accendevano candele che danzando facevano sorridere le smorfie delle zucche intagliate e brillare preghiere e intenzioni.
Si diceva che il filo che l'Amore aveva tessuto in vita tra le persone restasse legato anche dopo il grande passaggio e qualche volta, nei momenti di grande sconforto, i nostri cari tirando quel filo dorato cercassero di svegliarci e farci rialzare per riprendere la Danza della Vita per portare a compimento il Sogno.
I defunti infatti, non interessandosi più di calcio o altre futilità, diventano tifosi appassionati dei sogni e desideri dei loro discendenti avendo compreso che la cosa più importante in vita è coltivarne il più possibile e amare prima che sia troppo tardi per trovare la Pace con se stessi.
E noi cos'altro potremmo fare, grazie alla guida di quel filo di Luce, se non indossare il sorriso più bello e giocare con gioia la nostra migliore partita?
Anche in loro onore.
©Silvia Bennardo 2024 (riproduzione ammessa citando l'autore)
I Doni dell'Albero Genealogico
collage su cartone (cm 50x70)