Quando gli esseri umani erano consapevoli di essere pura Luce, sulla Terra incontaminata non esistevano le malattie e neppure la parola che le definiva conferendo loro potere.
La perdita della Fiducia e il dimenticarsi di sé avevano dato inizio all'allontanamento dell'uomo dalla Natura: questa spaccatura, ferita diventata sempre più profonda, aveva spaventato gli uomini e l'urlo pieno di Paura del primo che vi precipitò aveva dato origine alla realtà della Malattia; non un castigo voluto da un dio cattivo inventato per giustificarsi, ma il tentativo estremo dell'Anima di far concentrare l'attenzione sulle cose importanti e ricollegare la persona alla sua essenza, portando di conseguenza ad un nuovo equilibrio nel mondo.
Per la Cura erano messi a disposizione in grande abbondanza i rimedi, la maggior parte affidati al Regno Vegetale, altri contenuti nel grande mare, nelle gocce di rugiada, nelle brezze mattutine, negli sguardi dei cuccioli, nei canti degli uccelli, nella musica composta con il cuore, e in definitiva ovunque si posasse in cerca di aiuto lo sguardo malato o intristito: perché dal momento che la luce degli astri illuminava la terra restituendo agli occhi i colori, la Madre di ogni cosa aveva deciso di mettere lì la sua magia più potente: la luce bianca del Sole che si scomponeva nei Colori dell'arcobaleno era la Medicina che avrebbe riportato l'essere alla consapevolezza e per naturale conseguenza alla Guarigione.
Così gli Arcangeli per riuscire ad arrivare a tutti si erano tinti dei sette colori e Raphael, Medicina di Dio, aveva scelto il verde smeraldo per insegnare a seguire il proprio cuore e a compiere il grande miracolo della guarigione nella propria vita: se anche la malattia avesse accompagnato alla Morte per essersi resa strumento di un sacro Destino, l'anima sarebbe tornata a casa comunque incoronata e sana.
La conoscenza dei rimedi sarebbe passata di generazione in generazione, sussurrata da bocca a orecchio da sciamani a curandere, da nonne a nipoti in una luminosa catena multicolore che invece di imprigionare avrebbe donato la Libertà.
Infatti c'erano persone che giuravano di essere state guarite grazie al blu del mare natìo, dall'aver cominciato a coltivare campi di fiori, a dipingere o a tessere coperte di fili colorati, dall'aver mangiato solo cibi verdi o plasmato e cotto manufatti in argilla rossa. E naturalmente era vero, perché la guarigione di ognuno è un fatto del tutto personale che dipende dall'aver ritrovato l'equilibrio della scala di colori della propria anima, e da lì aver intrapreso quel sentiero che in fondo ognuno conosce, e che da bambini si percorre con gioia anche ad occhi chiusi; e si sa che ogni volta che un singolo essere umano si illumina e si autoguarisce, da qualche parte sulla Terra nasce un nuovo splendido fiore che ha proprio la sfumatura e il profumo che serve in quel momento a curare il dolore del mondo.
©Silvia Bennardo 2022
(riproduzione ammessa citando l'autore)
Raggio di Luce
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